AUTORE: Giovanni Carboncino
DATAZIONE: 1672
SECOLO: XVII
TECNICA: olio su tela
COLLOCAZIONE: navata centrale, undicesima arcata sinistra (nella pianta n°17)
In questa tela il santo carmelitano viene barbaramente ucciso mentre predica, dal pulpito della chiesa di San Filippo e Giacomo, nella città di Licata, alla folla di cristiani accorsa per ascoltarlo. In primo piano una moltitudine di persone terrorizzate, in piedi nell’atto di fuggire o cadute a terra, uomini e donne che si volgono verso l’alto pulpito dove avviene l’aggressione mortale a cui il Santo tenta invano di sottrarsi. La letale violenza viene compiuta da un giovane, seguito da altri, che alza la spada per trafiggerlo. I sicari erano stati mandati dal bavaro Berengario, che volle vendicarsi per essere stato più volte redarguito in pubblico dal Santo per la sua vita licenziosa e per il vivere incestuoso con la sorella. L’assassinio sarebbe avvenuto nel 1220 circa. In primo piano è ripresa di spalle una giovane donna, che coraggiosamente, con il braccio alzato, sembra voler impedire l’assassinio. La scena si svolge in una chiesa, che l’artista mostra con la successione delle volte e una vasta cupola in classica prospettiva. Ad aumentare il senso di tragedia serve proprio quell’architettura, che nell’altezza vertiginosa, nello sviluppo architettonico e ambientale, sembra porsi con profondità nella navata tramite il dilatarsi delle arcate e con il proprio spazio quale elemento di estraneità esistenziale.
